Quando la cuoca era ragazza, i suoi genitori la portavano a sciare.
Che fortuna!!! (penserà la maggior parte di voi)
Che fortuna!!! (penserà la maggior parte di voi)
No, la cuoca detestava sciare!!!
Detestava il viaggio lunghissimo che ci voleva per arrivare a destinazione, facendo addirittura una tappa per dormire in un motel immerso nella nebbia della Val Padana (giuro che la cuoca pensava che quell’autogrill fosse alto tre metri invece era cinque piani)…
Detestava doversi svegliare presto per prendere l’autobus davanti all’albergo che l’avrebbe portata sulle piste di sci, dove un maestro alle 8e30 l’avrebbe aspettata per darle le solite, inutili, (detestabili) istruzioni per una corretta discesa… Non funzionavano, la cuoca proprio non era capace…..
Detestava vedere suo fratello, il piagnone, che ogni sport era tagliato su misura per lui, agganciare gli sci, unire le ginocchia, darsi quella ignobile spintarella con i reni e scendere giù per il pendio con perfetto stile “Covtina”, mentre lei in cima si stava mettendo d’accordo con Nostro Signore, per assicurarsi che:
– gli attacchi fossero ben fissati
– non ci fosse nessuno da travolgere nell’arco di cinquecento metri quadrati
– non ci fosse vento a favore che avrebbe velocizzato la discesa
– non ci fossero dirupi nei quali avrebbe potuto precipitare
– non ci fossero zone d’ombra sulla pista che avrebbero potuto ghiacciare la neve
Intanto suo fratello era già sceso a valle, ripreso funivia e seggiovia con tutte le code del caso e vedendola sul piazzale, sudata a – 10°, con le labbra livide, le chiedeva: “Ma sei ancora lì?”
“Macchè, sono già scesa due volte….”
Ok, ora si scende, ora vado, ok mi butto, si ci sono, che problema c’è?…. Braccia avanti, code degli sci perfettamente allargate a 180°, corpo proiettato in avanti e si parte… dopo un’ora aveva fatto una diagonale, ora bisognava girarsi… vado nella neve fresca, così se cado non mi uccido, non posso mettermi faccia a valle altrimenti entro direttamente nella Konditorei della piazza del paese, se giro prima un piede poi mi ritrovo a fare la morte del cigno come la Fracci, solo che io stramazzo sul serio…. Intanto sulle piste i maestri di sci, facevano focalizzare l’attenzione dei propri allievi sulla cuoca, esempio vivente di cosa non si deve fare sugli sci per poter imparare.
Dopo qualche anno, la cuoca aveva imparato a girarsi senza scomodare Sant’Antonio Abate che non sapeva mai dove piazzare il suo maialino per aiutarla. Quindi sempre piena di errori, almeno in una mattinata riusciva a fare un paio di circuiti.
Presa la confidenza con gli sci, un giorno il piagnone propose alla cuoca di affittare uno snowboard. C’erano tanti altri ragazzi e ragazze insieme a loro che non avevano mai messo i piedi sulla tavola… perchè no? Arrivarono sulle piste alle 14. Attaccarono gli snowboard ai piedi e tutti quelli che inizialmente si erano offerti di aiutare la cuoca si dileguarono in una nuvola di neve, piagnone compreso che sembrava esserci nato con quella tavola ai piedi. Maledetto!
Ok, qui non è troppo ripido, mi metto di taglio… sto andando in salita, ma come si fa a partire con sto coso? E il gruppo scendeva e saliva, scendeva e saliva. Scendeva e saliva.
Qui il pendio è ripido… nessun problema. La cuoca toglie la tavola dai piedi, si mette a bordo pista e scende con le sue gambine. Ad un certo punto, gli impianti di risalita erano già all’orizzonte, la cuoca viene richiamata da un essere su una motosci, in tenuta da guardia forestale, che comincia ad urlare: “AAAAHHHOOO’, ti te ga magnà la zervelada????”…. essendo lei una meridionale a Canazei, la cuoca non capiva… “Ah?” e costui continuava in un idioma a lei sconosciuto, mentre si sbracciava, urlava, sputazzava e faceva cenni con la testa. Alla fine grazie alla conoscenza del tedesco della cuoca, dei gesti e di rare parole italiane, la nostra capì che a bordo pista senza gli sci non ci poteva stare e che si erano fatte le 16, quindi in mezz’ora gli impianti avrebbero chiuso e lei si sarebbe trovata a dormire in compagnia degli orsi.
Si rimette lo snowboard nei piedi e in qualche modo (che lei non ricorda) riesce ad arrivare a circa 100mt dalla funivia per il paese. Di punto in bianco di ritrova con le spalle alla valle e senza crederci capisce che sta cadendo all’indietro, getta le mani dietro la schiena in un disperato tentativo di riparo e crak…. si ritrova con entrambe i polsi lussati….
Si capisce mò perchè la cuoca e lo sport non sono mai andati d’accordo?
Due cose, però, della montagna piacevano alla cuoca: il punch caldo al rum grazie al quale la cuoca un paio di volte si è classificata seconda alla coppa del mondo di discesa libera e i canederli….
Marò quanto le piacevano… Le piaceva tornare in albergo ancora con il freddo nelle ossa, liberare i piedi dalla morsa degli scarponi, sentirli che ricominciavano ad avere una forma di piede, lavare le mani sotto l’acqua bollente in modo da ritrovarsele rosse e gonfie, arrivare nella sala ristorante dove si spandeva quel meraviglioso odore di brodo fatto in casa, sedersi (finalmente!!) e gustarsi quelle meravigliose palline di pane, rendendosi conto che finalmente il sangue stava ricominciando a scorrere nelle vene.
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Intrusione fatine…. |
Con questa ricetta partecipo alla sfida n. 44 di MTC seguendo, in parte, le istruzioni di Monica, vincitrice della sfida n. 43
INGREDIENTI PER IL BRODO
300gr di punta di petto di manzo
100gr di salsiccia di polmone di maiale
1 osso di prosciutto
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
4-5 coste di bietola
1 mazzetto di friarielli
2-3 foglie di verza
1 patata
2 lt di acqua fredda
1 cucchiaio di sale grosso
PER I CANEDERLI
300gr di pane alla birra raffermo
200ml di latte
2 uova
100gr di salsiccia sbriciolata
40gr di parmigiano
50gr di mozzarella di bufala sgocciolata dal suo liquido
50gr di provolone del monaco grattugiato grossolanamente
100 gr di friarielli puliti e ripassati in padella per pochi minuti
sale, pepe, 1 cucchiaio di farina

PROCEDIMENTO
Mondare le verdure e metterle insieme alla carne nell’acqua fredda e portare ad una temperatura di poco inferiore all’ebollizione, togliendo con l’apposita schiumarola la schiumetta che si forma in superficie. Coprire parzialmente con un coperchio e far proseguire la cottura fiamma al minimo per due ore.
Tagliare a tocchettini il pane raffermo, metterlo in una bella ciotola capiente. In una scodella battere le uova con il latte e versare il composto sul pane, mescolare e lasciare a bagno per circa 20 minuti. In una padella, senza grassi aggiunti, far saltare la salsiccia sbriciolata, tagliando ancora di più i pezzettini, nel caso vedessimo fossero un pò troppo grossi. Tritare i friarielli ripassati in padella. Tagliare la mozzarella a tocchettini molto piccoli.
Compattare il pane ammorbidito, aggiungere il parmigiano, il provolone, i friarielli, la salsiccia, il sale, il pepe e la mozzarella. Impastare, compattando gli ingredienti, amalgamandoli bene con le mani. Filtrare il brodo. Farlo sobollire per cinque minuti, formare una pallina diametro circa 4cm e metterla nel brodo… dovesse sfaldarsi aggiungere del pan grattato. Dovesse andar bene, procedere con le altre palline e cuocerne un pò per volta. Servirne 4 a testa, con il brodo che copre per metà.
L’angolo del sommelier: piatto nordico, vino nordico. Alto Adige Chardonnay classico Bianco, Alto Adige Merlot Rosè (è quello che preferisco, perchè è profumato ma non invadente), Muller Thurgau DOC, Teroldego Rotaliano DOC

INGREDIENTS FOR SOUP
300g beef brisket
100g of pork lung sausage
1 ham bone
1 celery
1 carrot
1 onion
4-5 beet stalks
1 bunch of broccoli
2-3 cabbage leaves
1 potato
2 liters of cold water
1 tablespoon coarse salt
FOR CANEDERLI
300g of homemade stale beer bread
200ml milk
2 eggs
100g of crumbled sausage
40g parmesan
50g of buffalo mozzarella dripped from his liquid
50g of provolone del monaco coarsely grated
100 grams of broccoli clean and sauté for a few minutes
salt, pepper, 1 tablespoon flour
PROCEDURE
Peel the vegetables and put them together a pot with cold water and bring to a temperature just below boiling point, removing with the special skimming the froth on surface. Partly cover with a lid and continue cooking heat for two hours.
Chop stale bread, put it in a bowl. In anothe bowl beat the eggs with the milk and pour the mixture over the bread, mix and leave to soak for about 20 minutes. In a frying pan, without added fat, frie the crumbled sausage, cutting even more pieces, if they are a little too big. Chop the broccoli sauté. Chop mozzarella in very small pieces.
Compact the bread softened, add the Parmesan, provolone, the broccoli, sausage, salt, pepper and mozzarella. Knead, compacting the ingredients, mixing them well with your hands. Filter the stock. Simmer the soup for five minutes, form a ball about 4cm in diameter and put it in the stock if it won’t remain compact add the breadcrumbs. Should be good, proceed with the other balls and cook them a little at a time. Seve 4 each, with the stock that covers half part of the bread balls.
Sommelier’s corner: Napa Valley Rosè
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